Riserva Naturale delle Cesine
SUPERFICIE: 620 ha
UBICAZIONE E ACCESSIBILITÀ: nel territorio comunale di Vernole, in provincia di Lecce.
Si raggiunge da Lecce, seguendo la strada litoranea 611 che da San Cataldo porta a Santa Foca: seguire le indicazioni del WWF.
PERIODO DI VISITA: è aperta dal 1° ottobre al 30 aprile, la domenica alle 9,30 e alle 14,30; le scolaresche e i gruppi negli altri giorni prenotando presso la responsabile, tel. 0832/891334 o presso un collaboratore, 0832/892264. In luglio e agosto, i turisti possono visitare l’oasi alle 9,30.
Le Cesine
Il Salento, il tacco dello stivale d’Italia, è una terra ancora sconosciuta, almeno per le componenti naturali che, apparentemente, sembrano non esistere. A prima vista appare infatti come una grande distesa piatta e uniforme, senza rilievi particolari, spoglia, abbandonata e addormentata. Con gli ulivi che sembrano sentinelle. Non è così. Resistono frammenti di natura fondamentali: è il caso della Riserva Naturale delle Cesine, una zona umida di importanza internazionale, la più interessante del Salento. Rappresenta infatti una delle ultime testimonianze delle antiche paludi costiere e mantiene ancora inalterato un lungo tratto di costa.
La riserva si compone di più ambienti: la duna, l’area palustre, la pineta, la macchia mediterranea, la zona coltivata. Il litorale è in gran parte sabbioso, con brevi tratti a ciottoli e a scogli; la zona umida, l’ambiente più interessante, comprende due laghi retrodunali, chiamati Salapi e Pantano Grande, grandi superfici ricoperte da canneto, aree palustri e acquitrini sparsi; la pineta è artificiale ed è a pino d’Aleppo e, nel tempo, sarà sostituita dalla vegetazione spontanea; la macchia mediterranea che si sviluppa in ogni spazio disponibile si presenta allo stato arbustivo e raccoglie specie anche rare come la quercia spinosa. Il resto della riserva è occupato da coltivi che, d’inverno, s’impaludano e diventano un nuovo habitat per gli uccelli. Con tanti ambienti è varia anche la vegetazione: dalle specie che vivono sulla duna, fiori spesso delicati come la romulea, le silene, i garofani selvatici, agli arbusti della macchia, a specie palustri come la rifa, i giunchi e i carici e soprattutto, splendide, le fioriture di iris giallo, alle orchidee come quelle palustri e quella del Bertoloni, fino a specie rare, come la bellissima campanella selvatica (Ipomoea sagittata).
Le Cesine si trovano lungo una delle rotte migratorie principali ed è quindi il luogo di sosta per moltissimi uccelli: anatre selvatiche, aironi, gabbiani, cormorani, svassi, limicoli, passeriformi. Un grande movimento di esemplari che dura tutto l’anno e in particolare durante le stagioni fredde, le migliori anche per la visita. Il simbolo della riserva è il moriglione, l’anatra più abbondante. Alcune specie sono anche rare: il mignattaio, la spatola, il fistione turco, il cigno reale, lo svasso piccolo, il falco pescatore. I mammiferi frequentano le zone a macchia e la pineta: i più comuni sono la volpe e il tasso; tra i rettili sono presenti il ramarro, il cervone e il raro colubro lepontino. I Percorsi natura sono vari e cambiano secondo la tipologia del visitatore: partono tutti dal Centro visite, una splendida masseria fortificata che il WWF ha ristrutturato per destinarla a spazio didattico e d’accoglienza. Comprende grandi saloni, con terrari, acquari, vetrine con raccolta di utensili locali, spazi per la visione di documentari. Gli itinerari tagliano la macchia e la pineta e portano sul bordo degli specchi d’acqua: qui sono a disposizione i capanni d’osservazione che favoriscono il riconoscimento degli uccelli.