Parco Nazionale dell’arcipelago della Maddalena
SUPERFICIE: 5134 ha a terra, 15046 a mare
ANNO DI ISTITUZIONE: 1996
ALTITUDINE MASSIMA: 212 m
UBICAZIONE E ACCESSIBILITÀ: all’estremità nord orientale della Sardegna; l’isola della Maddalena si raggiunge in traghetto da Palau, da cui partono anche battelli privati per escursioni alle altre isole dell’arcipelago.
INFORMAZIONI: Ente Parco Nazionale dell’arcipelago della Maddalena, Comune di La Maddalena, La Maddalena (SS) tel. 0789/737006.
ATTIVITÀ PER I VISITATORI: escursionismo naturalistico terrestre e subacqueo.
ALLOGGI: alberghi, pensioni e campeggi a La Maddalena.
Le isole delle Bocche
Immergendosi nell’acqua cristallina del Porto della Madonna, una specie di laguna marina compresa tra le tre isole di Budelli, Razzoli e Santa Maria, nell’arcipelago della Maddalena, si ha la certezza che esistano pochi posti di mare al mondo più belli di quello e ci si domanda perché tanta gente senta il bisogno di andare alle Maldive o alle Seychelles. Appena un attimo dopo si rabbrividisce pensando che almeno un paio di volte, negli ultimi vent’anni, qualcuno ha provato a trasformare il Porto della Madonna in un attracco turistico circondato da villette a schiera, ma poi ci si sveglia da quel fugace brutto sogno: dal 1996 l’arcipelago della Maddalena è protetto da un Parco Nazionale.
Anzi, mentre la maggior parte dei nostri parchi tutelano sperdute zone montane, il Parco Nazionale dell’arcipelago della Maddalena protegge uno dei posti di mare più belli del mondo, fronteggiando la Costa Smeralda, simbolo dell’aggressione umana alle più belle coste italiane. Se si esclude l’isola della Maddalena, che ha conservato comunque il fascino di un antico borgo di pescatori “verace”, nettamente contrastante con l’artificialità degli insediamenti turistici delle coste sarde, le isole dell’arcipelago sono giunte fino a noi praticamente intatte. Il granito rosato, tinto da mille sfumature, emerge prepotente dalla macchia mediterranea profumata dal mirto, dal cisto e dal rosmarino che solo negli anfratti più nascosti diviene foresta; le spiagge sono candide o rosate e si immergono in acque cristalline. Qui in realtà a governare sono solo i venti e le furiose tempeste delle Bocche di Bonifacio che modellano le rocce e la vegetazione e per decenni hanno dosato i flussi turistici. Gli spettacolari panorami del parco sono in grado di affascinare anche il visitatore più distratto, ma i naturalisti possono apprezzare decine di endemismi botanici: la lucertola di Bedriaga, le colonie di gabbiani còrsi dal becco color del corallo, le immersioni del marangone dal ciuffo, i conigli selvatici e le frotte di migratori in primavera e in autunno.
Ma il parco comprende un altro universo: quello sottomarino. Gli scogli di granito sono un patchwork colorato per la presenza di alghe rosse e violacee, di spirografe dai lunghi flabelli, delle anemoni di mare, delle patelle, dei ricci pungenti e di spugne azzurro indaco o violacee. Sotto costa nuotano il labro pavone, la donzella pavonina, lo sciarrano scrittura, marmore e triglie, e scendendo in profondità si incontrano anche gronghi e murene terrificanti, orate e gigantesche cernie ormai purtroppo sempre più rare. Nelle anfrattuosità delle rocce è possibile scoprire il gambero di mare, la magnosella, il paguro, la cicala di mare e le sempre più rare aragoste. Sui fondali sabbiosi crescono magnifiche praterie di posidonia, vere e proprie foreste marine popolate da saraghi, salpe e cefali e dove alla sabbia si mescola il fango si trova ancora la Pinna nobilis, detta localmente gnacchera, un grande mollusco bivalve sempre più raro.
C’è da augurarsi che la creazione del parco, che regolamenterà l’accesso del pubblico ad alcuni tratti di costa, contribuisca a far tornare nell’arcipelago la tartaruga marina, numerosa fino al secolo scorso, e la foca monaca, le cui recenti osservazioni fanno comunque ben sperare.