Parco Nazionale del Golfo di Orosei e del Gennargentu
SUPERFICIE: 71.000 ha
ANNO DI ISTITUZIONE: 1998
ALTITUDINE MASSIMA: 1834 m
UBICAZIONE E ACCESSIBILITÀ: si trova nella zona centro orientale della Sardegna; si raggiunge da Nuoro da dove si prosegue per Dorgali e da qui per la Strada Statale 125 per la visita del versante costiero, oppure lungo la Strada Statale 389 deviando nelle zone interne dei massiccio.
INFORMAZIONI: WWF Sardegna, via dei Mille, 13 09127 Cagliari, tel. 070/670308 – 070/811052, fax 070/654452.
PERIODO DI VISITA: tutto l’anno.
ATTIVITÀ PER I VISITATORI: escursionismo naturalistico terrestre e subacqueo.
ALLOGGI: alberghi, pensioni e campeggi nei comuni dei parco.
Il Gioiello del Mediterraneo
Di creare un parco nazionale nel cuore della Sardegna se ne parlò sin dagli anni Trenta, ma per decenni a questa idea si è opposta una assurda contro informazione delle popolazioni locali che ha descritto, e descrive tutt’ora, il parco come il nemico dell’economia pastorale.
Il Parco Nazionale del Gennargentu, istituito con decreto del Presidente della repubblica del 30 marzo 1998, con quello che rappresenta probabilmente il più importante successo della conservazione della natura in Italia nel dopoguerra, dimostrerà che queste opposizioni hanno solo tentato di difendere in realtà i particolari interessi di pochi, a scapito dello sviluppo economico delle popolazioni locali. Il complesso naturale che dalla costa del golfo di Orosei sale verso i supramonti e si addentra fino al massiccio del Gennargentu propriamente detto è certamente uno dei più importanti del Mediterraneo per continuità ed integrità e porta nel sistema dei parchi nazionali italiani un patrimonio originale e per certi versi unico al mondo. Lungo la sua costa, di una bellezza da lasciare senza fiato, si alternano pareti a picco alte centinaia di metri ricche di grotte marine e di spiagge candide in cui terminano le “codule”, i valloni rocciosi fioriti di oleandri che scendono dal supramonte.
Qui fino a pochi anni fa erano frequenti le osservazioni di foche monache, che si sono riprodotte nella grotta del Bue marino fino a che non fu devastata dalla costruzione di marciapiedi e impianti di illuminazione, ma durante le escursioni in battello d’estate si possono osservare il raro falco della regina, che qui ha alcune importanti colonie, il marangone dal ciuffo e il gabbiano corso, uno degli uccelli più rari al mondo presente solo lungo le coste più intatte.
Nell’interno è la trama accidentata a caratterizzare ovunque l’ambiente con gole, torrioni di roccia, buchi, grotte e cengie. Sui supramonti, poveri d’acqua per la natura calcarea, la macchia fitta e inestricabile di corbezzoli, ginepri colossali e lecci si alterna a paesaggi lunari in cui le rocce hanno il sopravvento; più all’interno troviamo sugherete, leccete secolari e foreste di roverelle fino a salire alle praterie della cima del Gennargentu (1834 m), Cinghiali, mufloni, gatti selvatici, martore, aquile reali, falchi pellegrini e corvi imperiali sono solo alcuni dei rappresentati della ricca fauna del parco, di cui purtroppo non fanno più parte gli avvoltoi, il cervo sardo e il daino sardo annientati dal bracconaggio. Può capitare ovunque di sentire la corsa travolgente di un cinghiale nella macchia più fitta, mentre negli ultimi tempi è diventato sempre più facile osservare i mufloni, introvabili fino a pochi anni fa, soprattutto nel supramonte di Orgosolo, nella zona di Monte Novo San Giovanni, facilmente raggiungibile. È bene tenere sempre sotto controllo il cielo, perché il parco è una delle aree del nostro paese a maggior densità di aquila reale e perché può sempre capitare di osservare il grifone, l’ultimo avvoltoio che scomparve dal massiccio dopo il monaco e il gipeto, ma che vi compie sporadiche apparizioni provenendo dalla costa occidentale della Sardegna dove è ancora presente. I gruccioni multicolori che cacciano insetti, la fugace apparizione dell’astore di Sardegna e i paesaggi spettacolari rendono ogni escursione un’esperienza entusiasmante.