Oasi WWF Le Bine
SUPERFICIE: 21 ha, più 76 di rispetto.
Fa parte dei Parco Regionale Oglio Sud.
UBICAZIONE E ACCESSIBILITÀ: si raggiunge da Calvatone (CR); attraversato il paese, dopo circa 500 metri si supera una leggera salita fino all’inizio della riserva.
INFORMAZIONI: per le visite si deve prenotare al WWF Lombardia (tel. 02/205691), o presso la riserva, tel. 0337/689712.
Il Po non è un fiume qualsiasi. È il più grande e lungo d’Italia, con i suoi 653 chilometri.
Un fiume nazionale, come venne proclamato già nel 1849. E non a caso: nella sua corsa irregolare verso il mare, bagna un quarto della superficie nazionale. La Pianura Padana è una delle aree più importanti della penisola, dove maggiore è stato il duello tra uomo e natura, dove l’ingegno e le capacità umane hanno sfidato un mondo straordinario di presenze ed eventi naturali, dove si è fatto un bel pezzo di storia. Del paesaggio originario della grande pianura è rimasto ben poco: qualche frammento, tassello, ricordo. Il resto è cambiato, spesso è stato stravolto. Al posto delle grandi foreste e dei giochi d’acqua, oggi si estendono coltivi e arboreti, opera dell’uomo. Anche il Po è stato in qualche modo controllato: anche “lui” non è quello di un tempo. Qualcosa è comunque sopravvissuto al tempo e all’uomo: sono finestre nel passato, di grande importanza naturalistica.
Una di queste è la Riserva Naturale delle Bine, nella parte sudorientale della pianura lombarda, tra le province di Mantova e Cremona: l’area nasce dall’isolamento di un meandro del fiume Oglio (uno dei principali affluenti del Po che nel suo corso forma il lago d’Iseo) in seguito al cambiamento del corso del fiume. Il nome dell’area prende spunto dalla caratteristica cascina che in lombardo viene chiamata “bina” cioè “riparo, palafitta e chiusa”.
L’area si compone quindi di un ramo abbandonato del corso centrale ed è alimentata da alcune risorgive sotterranee, oltre ad avere un collegamento diretto con il fiume. Intorno si distribuiscono ampi territori produttivi a coltivi o ad arboreti. La parte più importante è ovviamente quella palustre che si estende a forma di ferro di cavallo ed è costituita da un vasto canneto attraversato da un canale che si allarga in alcuni punti fino a formare ampi slarghi molto frequentati dagli uccelli acquatici. Come ogni zona umida, la Riserva delle Bine è ricchissima di animali. A cominciare dagli invertebrati: molluschi, insetti, crostacei e vermi. Tra i più vistosi, spiccano le libellule. Ancora in fase di studio la fauna ittica, che è comunque presente con il luccio, la carpa, la tinca, l’alborella, il cobite comune, il pesce gatto e il persico sole.
Numerose e importanti le specie di rettili e anfibi: in particolare, va ricordata la presenza della rana di Lataste, specie esclusiva della Pianura Padana e di pochi altri luoghi, simbolo della riserva. Poi gli uccelli, sempre protagonisti, soprattutto durante le stagioni fredde: anatre, limicoli, aironi, rapaci, passeriformi. Un mondo straordinario che si può facilmente ammirare. Infine i mammiferi, tra cui spiccano specie interessanti come il piccolo mustiolo e il tasso.
La vegetazione è costituita da un grande canneto a cannuccia palustre e vari carici; diffuse molte altre specie palustri, tra cui l’iris giallo, il nannufaro e il butorno. Splendide le chiazze di ninfee bianche. Alle spalle di queste fasce, si estende il bosco igrofilo, in evoluzione grazie anche agli interventi del personale WWF. Sono presenti ontani neri, salici bianchi, olmi e farnie. L’itinerario di visita comincia dalla cascina delle Bine, dove è stato allestito il Centro visite. Poi, seguendo l’argine maestro che circonda tutta la palude, è possibile conoscere i vari ambienti della riserva. Come in tutte le oasi, sono stati allestiti percorsi-natura e capanni d’osservazione. Importante portare il binocolo per osservare gli uccelli e vestire abiti mimetici.