Oasi WWF Gole del Sagittario
SUPERFICIE: 450 ha
ALTITUDINE: 500-1500 m
UBICAZIONE E ACCESSIBILITÀ: nel comune di Anversa degli Abruzzi, in provincia dell’Aquila.
Le visite sono possibili da giugno a settembre, il sabato e la domenica; nel mese di agosto tutti i giorni. Per le visite guidate della domenica e per le scuole (dal lunedì al venerdì) prenotare presso il Centro visite, tel. 0864/49587.
L’area si raggiunge dall’Autostrada A25 Roma-Pescara, uscita Cocullo: prendere la Strada Statale 479 per Anversa degli Abruzzi, quindi seguire le indicazioni del WWF.
In treno. Scendere alla stazione Anversa-Villalago-Scanno, lungo la tratta Roma-Pescara.
Si consiglia un abbigliamento da montagna, meglio se con colori mimetici, binocolo e borraccia d’acqua.
Le Gole del Sagittario
Le gole del Sagittario sono una tipica valle fluviale: per milioni di anni, il corso d’acqua ha attaccato, scavato, eroso la roccia, fino a formare l’attuale gola. Rispetto al passato, qualcosa è cambiato: l’acqua del fiume si ferma a monte, sbarrata da una diga. Soltanto a valle riprende a scorrere.
Ma lo spettacolo è comunque straordinario. Lungo il corso e nelle aree più ombrose, vivono boscaglie miste di salici e pioppi, accompagnati da epilobio, luppolo e da rari esemplari di rovere. Molto interessante e particolare la flora delle pareti assolate, con specie anche endemiche come il bel fiordaliso del Sagittario. In alto è invece il regno delle faggete che ospitano anche piante di tasso e diverse specie di sorbi e aceri.
Ancora più ricca la fauna, a cominciare dagli uccelli: non è raro ammirare tra le gole il volo dell’aquila reale e le picchiate del falco pellegrino. Ma, una volta tanto, altre specie sono protagoniste: il picchio muraiolo, bellissimo, che frequenta l’ambiente rupestre ed è simbolo della riserva; il gracchio corallino, che in stormi rumorosi si muove tra le pareti; le rondini montane, che costruiscono il nido nelle gallerie stradali. E poi alcune brigate di coturnici che frequentano gli spazi aperti in alto, passeri solitari, codirossoni e il raro picchio dorsobianco.
I mammiferi appenninici sono al completo: manca soltanto il camoscio, che prima o poi arriverà. Ci sono il lupo, il gatto selvatico, il cervo, il capriolo e le specie più comuni. C’è anche l’orso, che ormai ha messo piede nel territorio della riserva. E sembra voler rimanere. Del resto, il Parco Nazionale d’Abruzzo confina proprio con le gole e molti degli scambi sono naturali: un parco che da sempre è custode di specie a rischio. E che ha contribuito a salvarle. Nelle acque fredde delle sorgenti, si possono osservare le trote macrostigma, una volta diffuse e oggi localizzate in poche aree.
La riserva è attrezzata con diversi sentieri: sono segnati e hanno difficoltà diverse; alcuni sono percorribili da tutti, altri sono adatti ad escursionisti più esigenti. Ci sono comunque le guide della cooperativa Daphne, che operano per il WWF, e assistono i visitatori. Molto interessante il museo, realizzato recuperando un vecchio mulino, a pochi metri dalle sorgenti del Fonte Cavuto: è dedicato all’ambiente delle gole ed è articolato in maniera da coinvolgere in prima persona il visitatore. Poi da vedere è il giardino botanico, che raccoglie le specie della flora locale: l’area è stata divisa in varie zone, ognuna delle quali rappresenta un certo tipo di vegetazione. Molto interessante anche l’arboreto: qui si raccolgono le varietà di piante locali che nel tempo sono state abbandonate e rischiano di estinguersi; in particolare mele, come le renette, le gelate, le cotogne.