Oasi WWF di Persano
SUPERFICIE: 110 ha
UBICAZIONE E ACCESSIBILITÀ: in Campania, provincia di Salerno, nei comuni di Serre e Campagna. Dall’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria, uscita di Campagna, si prende il rettilineo che, dopo 1,3 km, si immette sulla Strada Statale 19; percorsi 5 km si imbocca a sinistra il bivio per la strada comunale Falzia e, dopo 1 km, si raggiunge il Centro visite. In treno si scende alla stazione ferroviaria di Campagna.
PERIODO DI VISITA: dal 1° febbraio al 31 dicembre per le scuole dal lunedì al venerdì; il mercoledì, il sabato e la domenica per i visitatori non in gruppo alle ore 10 e alle ore 15. Per i gruppi e le scolaresche prenotazioni presso la sede dell’oasi, tel. 0828/974684.
Oasi di Persano
Solo alcuni pittori paesaggisti, fra cui Hackert (1737-1807), sono riusciti a catturare l’anima della campagna salernitana. Nei loro quadri, allora, l’incanto di un perfetto connubio fra uomo e bufale, siepi e foreste affascina l’occhio. L’armonia che ne traspare non ha soluzione di continuità e avvolge dimore, montagne, pascoli e fiumi. È evidente che tutto ciò è stato manomesso. Non solo i paesaggi sono stati stravolti da mille cave, discariche, tagli di boschi, captazioni delle acque, ma sono cambiate le luci del cielo, le grazie dei movimenti, il tocco della luce.
Nell’oasi di Persano qualcosa è rimasto di quelle antiche immagini: è rimasto impigliato fra i salici del fiume che l’attraversava, nei campi pieni di papaveri, nelle luci dell’alba, nel volo veloce delle alzavole, nel galleggiare tranquillo dei mestoloni, oppure solo nella presenza silenziosa, a volte lontana a volte vicinissima, dei monti Alburni che incorniciano il paesaggio. L’oasi si estende al centro di un territorio tra i più belli del Mezzogiorno fra le due valli dei fiumi Sele e Calore dove, in molti tratti, si conserva un ambiente ancora integro. Costeggia l’area protetta quella che un tempo era la tenuta di caccia dei Borboni di Persano, descritta dalle carte come vero e proprio paradiso terrestre, protetta oggi dalla creazione di un poligono militare che ha sottratto la tenuta ad altre ingiurie.
L’oasi, nata da un parziale sbarramento del corso d’acqua, segue per 150 ettari l’alto e il medio corso del fiume Sele, proteggendo quel che resta del terreno acquitrinoso e boscoso che si estendeva tra Salemo e Agropoli. A Persano è difficile sottrarsi al richiamo dell’acqua che scorre lenta, al fascino del mondo che la vive, alla sensazione di fresco che in ogni stagione le fronde bagnate riescono a dare. Il Sele, Siler dei romani e Silaros dei Greci, rallentato dalla diga, ha poca fretta di lasciare l’oasi e, dirigendosi fra la vegetazione, crea ambienti unici e preziosi, dominati dal bosco igrofilo, con salici, ontani e pioppi.
Passerelle sulle acque, sentieri ordinati, capanni in stile inglese lo accompagnano, permettendoci di ammirare gli angoli più nascosti, di spiare i nidi dei pendolini, i voli delle marzaiole, i tuffi velocissimi del martin pescatore.
Ma l’oasi fluviale cela un grandissimo segreto, la presenza della lontra che, schiva e guardinga, regala i suoi pasti, i suoi riposi, i suoi giochi solo alle acque del fiume e agli occhi dei suoi compagni, non certo a quelli troppo curiosi dell’uomo. Insieme alla lontra vivono a Persano la puzzola, il tasso e la faina. Tuttavia veri protagonisti nella visita rimangono gli uccelli: morette tabaccate, fischioni, codoni, marzaiole, volpoche, fistioni turchi, cormorani, aironi e beccaccini si alternano in un pullulare unico di vita. L’oasi infatti, trovandosi lungo le rotte migratorie, è per molti degli amici pennuti un’importante tappa, lontana dalle doppiette dei cacciatori. Non manca a Persano la macchia mediterranea che, nelle vicinanze della riva sinistra del corso d’acqua, forma una foresta sempreverde con eriche, filliree, roverelle e corbezzoli per poi arrampicarsi lungo le pendici dei Monti Alburni.