Oasi WWF dei Ghirardi
SUPERFICIE: 600 ha
UBICAZIONE E ACCESSIBILITÀ: l’oasi si estende nei comuni di Borgo Val di Taro e Albareto; il Centro visite, e quindi il punto di partenza, si trova a circa 6 km da Borgo Val di Taro, lungo la Strada Provinciale Borgo Val di Taro-Bardi, tra le frazioni di Brunelli e Porcigatone.
INFORMAZIONI: i servizi sono curati da una cooperativa di giovani locali, chiamata PAN; l’affidamento a cooperative è una caratteristica di molte oasi WWF: si vuole così dimostrare come la conservazione della natura può diventare occasione di lavoro per i giovani. Per informazioni telefonare al numero 0525/96610.
PERIODO DI VISITA: l’oasi è visitabile il sabato e la domenica, dalle ore 10 alle ore 17,30; numerosi sono gli itinerari da poter seguire, sempre accompagnati da una guida. L’oasi è aperta tutto l’anno, ma nei mesi invernali particolarmente rigidi può essere chiusa al pubblico per evitare il disturbo alla fauna. Occorrono scarponcini da escursione, impermeabile e binocolo; è consigliato inoltre vestire abiti mimetici per evitare la fuga degli animali. Prestare attenzione soprattutto agli uccelli, i più facili da vedere. Dei mammiferi è interessante rilevare le tracce.
Oasi dei Ghirardi
Le oasi sono spesso luoghi della memoria. O meglio, conservano territori e paesaggi che appartengono alla nostra storia. E non solo naturale. Ci sono luoghi dove l’uomo è riuscito a utilizzare le risorse naturali senza distruggerle. Dove l’incontro ha creato perfino nuovi ambienti: siepi, coltivi, muretti a secco.
Quella dei Ghirardi è un’oasi che tutela un tassello di Appennino sopravvissuto al tempo e rimasto “come una volta”: non a caso, ovviamente, ma grazie alla sensibilità e alle capacità della famiglia proprietaria i Marchini-Camia. Poi è arrivato il WWF che ha aggiunto alla normale gestione anche le attività di tutela e valorizzazione del territorio. L’Oasi dei Ghirardi protegge quasi 600 ettari di Appennino parmense, dove s’incastrano a mosaico vari ambienti: prati, arbusteti, querceti, altri boschi misti, rocce, calanchi, greti fluviali, stagni, pascoli, brughiere. Ad una tale diversificazione corrisponde una grande biodiversità: ci sono specie tipiche dei climi freddi, come il faggio e le genziane, e specie mediterranee, come l’erica arborea. Nell’insieme, questa varietà di paesaggi naturali favorisce lo sviluppo di una flora ricca e interessante; a cominciare dalle 32 specie di orchidee selvatiche, a cui si aggiungono altre piante preziose come il giglio di San Giovanni, la genziana cruciata, il croco, il campanellino, la scilla bifolia, il dente di cane. Interessanti anche le specie arboree, tra cui s’incontra una vera rarità: il melo fiorentino, che cresce nei radi boschi di cerro. Nell’oasi s’incontrano anche grandi esemplari di querce, vere testimonianze delle foreste di un tempo.
Altrettanto ricca e interessante la fauna: a cominciare dagli uccelli, tra i più diffusi. Vi sono almeno sette rapaci diurni: falco pecchiaiolo, poiana, gheppio, sparviere, astore, lodolaio e biancone. E poi assioli, picchi, upupe e anche qualche brigata di starna.
Tra i mammiferi è molto diffuso il ghiro: sono inoltre presenti lo scoiattolo, il cinghiale, il daino, il capriolo e anche l’istrice. Tra gli anfibi troviamo i turioni, la rana verde o la rana agile; tra i rettili, oltre a natrici, biacchi e saettoni, ci sono la coronella austriaca e la luscengola. Chi va all’Oasi dei Ghirardi viene accolto nel Centro visite a Case Pradelle: è una piccola e graziosa casetta, rimessa a posto e trasformata in foresteria, sala audiovisivi e museo dedicato alla natura del comprensorio. Sono inoltre stati allestiti un Orto botanico dedicato alle specie della valle del Taro, un Birdgarden, cioè un giardino per gli uccelli, dove vengono organizzate mangiatoie e piantati arbusti ricchi di bacche, molto appetite agli uccelli che, da un capanno, si possono osservare mentre banchettano, e due aree faunistiche dedicate alla starna e al capriolo. Dal Centro visite parte un Percorso Natura. Attrezzato con pannelli didattici si snoda per circa 3 chilometri, toccando quasi tutti gli ambienti principali e gli angoli più suggestivi dell’oasi.