Oasi WWF Alvisopoli
SUPERFICIE: 4 ha
UBICAZIONE E ACCESSIBILITÀ: in Veneto nel comune di Portogruaro in provincia di Venezia. Dall’autostrada A4 nel tratto Mestre Trieste, uscita Portogruaro verso Fossalta di Portogruaro; da questo centro seguire le indicazioni per l’Oasi WWF (2 km a nord est). In treno si scende alla stazione di Fossalta di Portogruaro lungo la linea Venezia S.L. – Trieste – Villa Opicina. A 2 km di distanza si trova il centro di Alvisopoli, in prossimità dei quale c’è l’oasi.
INFORMAZIONI: le visite all’oasi sono guidate.
Per informazioni e prenotazioni rivolgersi al Centro visite, tel.0421/248097.
Un tempo le pianure non erano sterminate distese di mais, di grano, di girasoli, ma erano boschi e acquitrini, erano acque e tronchi, uccelli e foglie. Le foreste alluvionali si estendevano a perdita d’occhio, regno di rane, aironi, pesci e falchi; insieme a una rigogliosa vegetazione ripariale, seguivano, lungo le pianure, il corso dei fiumi per poi venire, nei periodi di piena, in gran parte sommersi. Nascevano in questi ambienti magici le più belle leggende del nostro paese, le storie più inquietanti, le favole più tristi, animate da streghe, folletti, orchi, tutto ciò che nella mente umana il buio dei boschi e l’acqua segreta di paludi e stagni riesce a evocare. Oggi no. Oggi anche le pianure venete sono tutto quello che noi conosciamo, distese di coltivazioni alternate a capannoni industriali e fabbriche, dove trattori e trebbiatrici, porcilaie e ciminiere hanno rotto per sempre l’incanto.
Le acque sono divenute lunghi cordoli irregimentati dal cemento, canali di irrigazione, scuri solchi senza segreti, forieri di morte per pesci, insetti, uccelli e anfibi. Ma nel comune di Portogruaro, ad Alvisopoli, negli scarsi 4 ettari di bosco e stagni si è conservato intatto, quasi per magia, un vero e proprio monumento naturale, un piccolo frammento di foreste alluvionali, bellissimo mondo diviso tra acque e foreste. Le acque sono quelle del fiume Tagliamento che, con pozze, stagni e un laghetto, attraversano tutta l’oasi alimentando il bosco. Il visitatore che provenga dai territori adiacenti, testimoni delle tante alterazioni provocate dalle attività umane, non può non rimanere colpito dalla bellezza del piccolo bosco.
Viene voglia di percorrere il breve sentiero ombroso in punta di piedi, di lasciarsi avvolgere dai richiami e dai suoni di picchi, cince, usignoli di fiume, capinere, di farsi precedere dal gracidare di raganelle, dai tonfi delle rane, dai voli delle upupe. Camminando su ponticelli di legno, costeggiando e quasi toccando l’acqua è bene non avere fretta: solo così si potranno scorgere i movimenti di un gambero di fiume, scoprire la fioritura del fior di stecco o del sigillo di Salomone, imparare a distinguere le fronde della farnia da quelle del carpino bianco, quelle del frassino da quelle dell’olmo, scoprire il nido di un picchio verde o le impronte sul fango di un riccio.
Vera e propria oasi per la fauna minore fra cui faine, donnole, pipistrelli e ghiandaie, in realtà Alvisopoli rappresenta un piccolo grande esempio di tutela del nostro patrimonio naturale dal quale alcuni di noi avrebbero molto da imparare. A chi rimanesse qualche ora per vagabondare nei dintorni dell’oasi si consiglia la visita dell’omonimo borgo dove si trova la villa Mocenigo: un esempio unico di città immaginata e creata alla fine del 1700 per volontà dalla nobile famiglia dei Mocenico, il cui obiettivo era farne un piccolo modello urbanistico che fosse di esempio e indirizzo per i territori circostanti. Non lontano si trova la foce del Tagliamento (Bibione), dove fra dune e ambienti umidi è possibile godere delle fioriture delle sabbie e, con un binocolo al collo, osservare gli uccelli acquatici.