Oasi WWF del Bosco di San Silvestro
SUPERFICIE: 76 ha
ANNO DI ISTITUZIONE: dal 1993, in accordo con la Sovrintendenza, il bosco è affidato alla gestione del WWF Italia.
UBICAZIONE E ACCESSIBILITÀ: nel comune di Caserta, adiacente ai giardini della reggia. Dall’Autostrada A1 Roma – Napoli, uscita Caserta Nord e dalla città seguire le indicazioni per l’oasi.
INFORMAZIONI: presso il Centro visite, tel. 0823/361300 oppure tel. 0330/796840.
PERIODO DI VISITA: nel periodo scolastico sabato e domenica alle ore 10 alle 11 e alle 14,30; per le scolaresche e i gruppi organizzati dal lunedì al sabato su prenotazione. Nel periodo estivo (escluso agosto) il giovedì, il venerdì e i giorni festivi alle ore 10 alle 16,30.
Bosco di San Silvestro
Nelle adiacenze della reggia di Caserta, in continuità con il parco vanvitelliano, troviamo il Bosco di San Silvestro, dove la natura si riappropria arditamente di spazio e tempo, dove il ricordo di tagli e lontane battute di caccia creano un’atmosfera a tratti antica e melanconica. Il bosco si estende all’interno della città di Caserta e comprende le due colline di Montemaiuolo e Montebriano. Un tempo parte integrante della reggia, in qualità di “reale delizia” l’oasi ospitò, all’inizio del 1800, i giochi e le battute di caccia di Ferdinando IV.
Oggi, con la sua irruenza verde, rappresenta un raro esempio di formazione boschiva mediterranea collinare costituendo un polmone verde e selvaggio. Come bene naturale, storico e artistico il comprensorio è sotto la tutela della Sovrintendenza alle Belle Arti. Le visite si snocciolano tra il giardino delle felci (tra i primi in Europa), dove si impara a riconoscere la capel venere dalla lingua di cervo, percorsi natura, il giardino per farfalle (uno dei più grandi in Europa), ma non mancano un’area faunistica dedicata al daino e un’appassionante arnia didattica. Il bosco è costituito in gran parte dal tenace leccio a cui si associano le roverelle, i cerri, gli ornielli e, nelle zone più umide, i castagni. In alcuni tratti il bosco di lecci si dirada e lascia il posto ad olivi e alla tipica macchia mediterranea con mirto, lentisco, cisto, corbezzolo e viburno.
Sono mille gli uccelli che rallegrano l’oasi dei loro canti e richiami: tortore, fiorancini, cince, usignoli, zigoli, cardellini, ghiandaie, mentre, tra i rapaci, è possibile riconoscere all’imbrunire la civetta, il barbagianni e l’allocco. Nell’oasi è inoltre attivo un centro per il recupero della fauna selvatica che ogni anno accoglie, cura e reintroduce in natura decine di uccelli, sopravvissuti per miracolo ai pallini dei cacciatori. Ghiri, moscardini, volpi, ricci e tassi riempiono il sottobosco di tracce, passi furtivi, di guizzi, di rumori e scricchiolii che completano il fascino della visita nell’oasi. Il turista che provenga dal bosco non può non visitare la splendida reggia di Caserta con il suo meraviglioso giardino.