Progetto LIPU
Il “Progetto Cicogne LIPU” prevede una serie di azioni per permettere alle cicogne bianche di tornare a nidificare in Italia: educazione al rispetto delle cicogne; repressione del bracconaggio; protezione degli habitat delle cicogne; sorveglianza e protezione diretta dei nidi; realizzazione di Centri Cicogne per la reintroduzione della specie.
I Centri Cicogne LIPU sono strutture nate per creare colonie di cicogne in aree favorevoli e accelerare la ricostituzione di una popolazione libera e selvatica in Italia.
Un Centro Cicogne LIPU opera in cinque fasi:
1. Le cicogne sono tenute in voliera di acclimatazione e dopo un certo periodo perdono la tendenza a migrare;
2. In voliera si formano le coppie che vengono liberate. Sono libere ma, non migrando, restano in zona e si riproducono. I giovani sono allevati in voliera e quindi anch’essi liberati;
3. Le cicogne reintrodotte in libertà si alimentano sempre più autonomamente e in parte usano cibo offerto dal Centro;
4. Le cicogne in migrazione, attratte da quelle del Centro si fermano e si uniscono spesso a formare coppie “miste” o a riprodursi in zona;
5. Quando la colonia residente è ampia, i giovani non vengono più “svezzati” in voliera e dopo l’involo possono migrare.
A questo punto lo scopo è raggiunto: si è costituita una vera e propria colonia di cicogne.
1 Cicogne nelle voliere di acclimatazione
2 Cicogne reintrodotte, ma residenti e non migratrici
3 Cicogne selvatiche in migrazione
4 Formazione di coppie miste tra esemplari del Centro e selvatici migratori
Cosa minaccia la Cicogna
1. Alle difficoltà e i pericoli naturali lungo le rotte di migrazione (tempeste, siccità, superare il Sahara e il Mediterraneo), si aggiungono le minacce ad opera dell’uomo.
2. Nonostante siano protette dalla legge, in Italia e nel sud dell’Europa, le Cicogne sono ancora vittime dei bracconieri. In Africa sono uccise per scopi alimentari, ma il prelievo è cresciuto con la diffusione con le armi da fuoco.
3. Impatto e folgorazione con linee di alta tensione e tralicci: basterebbero semplici accorgimenti tecnici per evitare inutili e tragiche perdite di esemplari preziosi.
4. Distruzione dell’habitat. In Europa la bonifica delle paludi e la mutazione dell’ambiente agricolo hanno ristretto la possibilità di vita delle Cicogne in molte aree. In Africa, la conversione di ampie aree di savana in coltivazioni ha ristretto l’habitat tipico di svernamento.
5. Uso indiscriminato di pesticidi e veleni: le Cicogne attraverso la dieta di insetti e altri invertebrati, ingeriscono grandi quantità di sostanze tossiche usate in agricoltura.